Come imparare a studiare all’università? 7 consigli
Per avere successo nello studio bisogna imparare a studiare.
A parte qualche suggerimento e qualche dritta recuperata qua e la, ogni studente studia seguendo l’istinto, o comunque quello che ritiene essere il modo più efficace e rapido per apprendere nozioni e concetti.
Tutto si complica quando avviene il passaggio dal liceo all’università; cambiano i ritmi e le modalità di studio per cui è necessario impostare un nuovo metodo di apprendimento, allineato alle dinamiche e alle tempistiche universitarie.
Imparare un metodo di studio
Per studiare bene bisogna impostare un metodo di studio produttivo, che ottimizzi al meglio tempo ed energie.
Il fulcro intorno al quale ruota il discorso è identificabile e sintetizzabile in una sola parola, ‘organizzazione’, elemento indispensabile nella quotidianità di ogni studente universitario.
Dal momento che ogni individuo è dotato di peculiari attitudini e che le esigenze possono variare a seconda dell’età, della condizione sociale, degli impegni lavorativi e/o familiari, non è possibile definire una metodologia di studio universale, adattabile a chiunque.
Ogni studente, sulla base delle personali necessità e propensioni, deve essere in grado di costruire un’organizzazione efficace dello studio.
Di seguito l’Università Telematica Niccolò Cusano di Bolzano ha sintetizzato gli elementi da inserire nell’impostazione di un metodo valido e alcuni suggerimenti che potrebbero risultare utili per studiare bene e velocemente.
1 – Tabella di marcia
Partiamo da un grande classico, la tabella di marcia, presupposto fondamentale per rendere efficace una qualsiasi metodologia di apprendimento.
Una delle difficoltà più grandi incontrate dagli universitari è autogestirsi durante la preparazione degli esami.
Se al liceo era il prof a preoccuparsi del programma e della quantità di argomenti da assegnare di volta in volta, all’università è lo studente che deve gestire le tempistiche relative al materiale da studiare per superare un esame.
Ritrovarsi a pochi giorni dalla prova con centinaia di pagine da studiare è una condizione piuttosto frequente, che oltre a causare stati ansiosi compromette seriamente la performance; e quindi anche il voto.
Il peggior nemico dello studente è la procrastinazione che spinge inesorabilmente verso la condizione di fuori-corso.
Il modo migliore per gestire le tempistiche in maniera tale da preparare un esame nei tempi e nelle modalità giuste è impostare una sorta di planning, che scandisca giorno per giorno, nel dettaglio, gli argomenti da studiare.
Durante la stesura della tabella di marcia bisogna tenere in considerazione i seguenti elementi: i giorni che mancano fino alla fatidica data, il numero di pagine da assimilare, il livello di difficoltà degli argomenti, gli impegni personali e la propria capacità di apprendimento.
L’organizzazione e i ritmi di studio devono inoltre prevedere un margine per gli imprevisti e qualche giorno per il ripasso.
Presupposto fondamentale affinché il planning risulti efficace è rispettarlo.
2 – Panoramica generale della materia
L’errore più comune commesso dagli studenti che si approcciano per la prima volta allo studio universitario è quello di immergersi immediatamente nella materia oggetto di esame, partendo in quarta con la lettura del testo.
Si tratta di una strategia apparentemente vincente, che altrettanto apparentemente consente di ottimizzare i tempi; in realtà, iniziare a studiare un argomento senza aver prima familiarizzato con il suo contenuto è controproducente, sia per quanto riguarda le tempistiche che la qualità dello studio.
Il modo migliore per avere una panoramica generale della materia è leggere l’indice del testo e i titoli dei vari capitoli, paragrafi e sottoparagrafi.
3 – Principio di Pareto
Dopo aver familiarizzato con la materia attraverso la lettura dell’indice si parte con la fase di studio vero e proprio.
Per velocizzare l’apprendimento bisogna tener presente il Principio di Pareto, conosciuto anche come ‘principio 80/20’.
L’enunciazione dell’economista italiano Vilfredo Pareto afferma che:
‘il 20% delle cause produce l’80% dei risultati’
Applicato allo studio universitario il principio ‘garantirebbe’ un voto pari al 24.
Per capire meglio il concetto bisogna partire dal 30, il voto più alto per un esame universitario.
L’80% di 30 è pari a 24 quindi, per ottenere un 24 bisogna concentrarsi sul 20% del materiale da studiare.
4 – Studiare per spiegare
Lo studio finalizzato semplicemente ad apprendere nozioni e concetti da riportare al docente nel corso dell’esame è generalmente poco produttivo.
Il modo migliore per comprendere davvero un argomentoè spiegarlo ad un’altra persona.
La rielaborazione dei contenuti obbliga lo studente a realizzare connessioni logiche tra i concetti, presupposto imprescindibile per strutturare una spiegazione chiara della tematica.
L’esercizio migliora la memorizzazione, consente di consolidare la conoscenza della materia e allo stesso tempo agevola l’esposizione, che diventerà sempre più fluida.
Se non si ha la possibilità di spiegare l’argomento studiato ad un’altra persona si procede con la registrazione, audio-video o solo audio, della propria performance.
Riascoltandola attentamente sarà così possibile individuare indecisioni, imprecisioni e gli eventuali punti da approfondire.
Tecniche per studiare bene e velocemente
Digitando su Google la query ‘come studiare bene all’università’ il motore di ricerca restituisce una serie di risultati incentrati sulle varie tecniche per velocizzare e rendere produttivo l’apprendimento.
Dalle tecniche di lettura veloce a quella del pomodoro, di seguito abbiamo raccolto quelle che, a nostro avviso, costituiscono un supporto valido per lo studio.
5 – Tecniche di lettura veloce
Per leggere rapidamente bisogna innanzitutto preparare gli occhi a scorrere veloci tra le parole di un testo.
Prima di iniziare la lettura è quindi consigliabile procedere con qualche minuto di allenamento: sbadigli, massaggi delicati alle palpebre e battiti regolari.
Al di là delle numerose app e dei software appositamente destinati alla lettura veloce esiste uno strumento che consente di velocizzare la lettura su testi cartacei: il puntatore.
È sufficiente una penna o una matita per fornire agli occhi un punto di riferimento da seguire.
Il puntatore serve di fatto ad evitare lo sfarfallio dello sguardo tra una riga e l’altra.
Per rendere funzionale lo strumento è necessario muoverlo ad una velocità leggermente superiore alla normale velocità di lettura.
6 – Tecnica del pomodoro
Imparare a studiare all’università significa essenzialmente imparare a gestire il tempo in maniera produttiva.
In tal senso il nemico da combattere è la procrastinazione, che accomuna sia gli studenti più giovani che quelli meno giovani.
Rimanere concentrati per ore e ore non è facile, soprattutto quando ci si immerge in sessioni interminabili ed ininterrotte di studio.
Memorizzazione e apprendimento necessitano di pause ed è per questo motivo che ti suggeriamo di provare la tecnica del pomodoro, ideata da Francesco Cirillo negli anni ‘80.
Il funzionamento è estremamente semplice; è sufficiente suddividere lo studio in sessioni da 25 minuti ciascuna, ognuna delle quali intervallate da 5 minuti di pausa.
In tal modo il cervello riesce a mantenere alta la concentrazione durante la sessione di studio e riesce a fissare le nozioni nella memoria durante il break.
7 – Mappe mentali
Concludiamo il nostro post dedicato ai consigli per imparare a studiare con uno strumento che risulta particolamente utile per sintetizzare ed elaborare informazioni: le mappe mentali.
Ideate verso la fine degli anni Settanta dallo studioso londinese Tony Buzan, le mappe mentali rappresentano un valido alleato per apprendere più rapidamente e per estrapolare da un argomento soltanto le informazioni realmente importanti.
I concetti, espressi attraverso parole chiave, devono essere disposti in ordine gerarchico e collegati gli uni agli altri attraverso ramificazioni.
Gli elementi che conferiscono alle mappe mentali un forte potere evocativo/emozionale sono i rami curvi, i colori e le immagini.
A seconda delle personali preferenze, attitudini ed esigenze è possibile creare mappe mentali in formato digitale, utilizzando app e software, oppure in formato cartaceo.