Prodotto interno lordo: che cos’è e perché è utile

Tra gli argomenti di grande attualità, al centro di dibattiti, commenti, analisi e critiche, spopola la questione relativa al Prodotto Interno Lordo, identificato dall’acronimo PIL.

Si tratta di una tematica affascinante, ma allo stesso tempo delicata e complessa, che ruota intorno all’andamento dell’indice rivelatore, in parte, della situazione economica del Paese.

Per quanto se ne parli quotidianamente, in tv e sui giornali, non tutti sanno esattamente cos’è il PIL e perché è così importante.

Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza …

Cos’è il PIL

Prima di entrare nel dettaglio del Prodotto Interno Lordo cerchiamo di capire cos’è partendo dalla definizione di PIL fornita da Wikipedia:

“in macroeconomia il PIL (o Prodotto Interno Lordo) misura il valore di mercato aggregato di tutte le merci finite e di tutti i servizi prodotti nei confini di una nazione in un dato periodo di tempo”

La definizione prosegue con l’analisi dei tre termini che compongono l’acronimo PIL.

Il termine ‘prodotto’ si riferisce ai beni e ai servizi che hanno una valorizzazione in un processo di scambio.
Il termine ‘interno’ indica le attività economiche svolte all’interno del Paese.
Il termine ‘lordo’ indica il valore della produzione al lordo degli ammortamenti.

In altre parole il Prodotto Interno Lordo è dato dal valore complessivo dei beni e dei servizi prodotti in un paese, in un dato periodo di tempo, solitamente un anno.
Il PIL viene espresso in valuta e indica la capacità produttiva dell’intero sistema paese.

Tiene conto della produzione di beni e servizi, realizzati da parte di soggetti residenti e non, destinati al consumo da parte dell’acquirente finale, alle esportazioni nette oppure agli investimenti pubblici e privati.

Calcolo del PIL: le attività incluse

Nel calcolo del PIL rientrano soltanto i beni finali ossia quelli acquistati dai consumatori per essere utilizzati.

Sono inclusi nel Prodotto Interno Lordo anche i beni e i servizi prodotti da operatori stranieri all’interno del Paese.

Stimate e incluse nel calcolo anche le attività produttive ‘in nero’ appartenenti alla cosiddetta ‘economia sommersa’.

Concorrono a formare il PIL anche i servizi pubblici (il cui conteggio avviene sul valore degli stipendi dei dipendenti).

 Calcolo del PIL: le attività escluse

Non rientrano nel calcolo del Prodotto Interno Lordo i prodotti destinati ai consumi intermedi per la creazione di nuovi beni e servizi.

Allo stesso modo sono esclusi dal conteggio i prodotti realizzati da imprese e lavoratori italiani operanti all’estero, le prestazioni a titolo gratuito e i beni destinati all’autoconsumo.

Può sembrare banale sottolinearlo ma nel PIL non rientrano le attività illegali, proibite dalla legge, quali ad esempio il traffico di droga, la prostituzione, i furti e le rapine.

A cosa serve l’indice PIL

Il PIL è un indicatore che rivela la ricchezza complessiva di un paese; più in particolare l’indice del Prodotto Interno Lordo indica l’andamento annuale della produzione della ricchezza, che può chiaramente crescere o decrescere rispetto agli anni precedenti.

In Italia l’indice è costantemente monitorato dall’ISTAT che ha il compito di controllare l’andamento dei flussi economici del nostro Paese.
Nelle statistiche rientrano anche il PNL – Prodotto Nazionale Lordo (tutto ciò che è stato prodotto dalle aziende italiane, sia nell’ambito dei confini nazionali che all’estero) e il PNN – Prodotto Nazionale Netto (valore che indica il PNL al netto dell’ammortamento, ossia dei beni consumati nei processi produttivi).

Altro indicatore utile per capire il livello di benessere della popolazioni è il PIL pro-capite il cui valore si ottiene dividendo il PIL per il numero di abitanti.

Il PIL è inoltre  un parametro utilizzato nei rapporti che disciplinano l’appartenenza all’Unione Europea.

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